Grillo: per una liturgia che è autentico "dialogo"
La Parola non è solo contenuto ma anche forma della Liturgia: segna infatti una modalità di rapportarsi a Dio, un ascolto che diviene risposta. Essa illumina i riti e la stessa vita del credente. La Parola di Dio da' ordine al tempo: lo vediamo nella strutturazione dei tre cicli festivi e nei due feriali: sono stati pensati perché s'intreccino con la vita di ciascuno in modo sempre nuovo. Ogni sacramento ha in se parti verbali e non verbali, linguaggi, che se "non leggibili" all'assemblea celebrante immunizzano la Parola di Dio. Occorre educare all'ascolto, a partire dell'iniziazione cristiana, con una formazione che in se implica una conversione pastorale. Dare il gusto dell'ascolto, non è impossibile. L'omelia fa parte della celebrazione ne è elemento strutturale perché permette alla Parola di giungere alla comunità e alla comunità di aprirsi alla Parola. Qualche step di pastorale: iniziazione alla Parola, con la Parola, per aprirsi alla sacramentalità della Parola. Simbolo biblico e simbolo liturgico si danno forza l'un l'altro: la vita orante, celebrazione, diviene così un vivere alla luce della Parola. Senza cadere nel rubricismo, occorre riscoprire le forme, maturandone l'esperienza che aiuta la Parola ad entrare in noi, nella nostra esistenza.
Di seguito i punti della relazione, secondo lo schema distribuito ai convegnisti: