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La Liturgia del giorno

Media cattolici

 

Martedì, 25 Giugno

Grillo: per una liturgia che è autentico "dialogo"

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La Parola non è solo contenuto ma anche forma della Liturgia: segna infatti una modalità di rapportarsi a Dio, un ascolto che diviene risposta. Essa illumina i riti e la stessa vita del credente. La Parola di Dio da' ordine al tempo: lo vediamo nella strutturazione dei tre cicli festivi e nei due feriali: sono stati pensati perché s'intreccino con la vita di ciascuno in modo sempre nuovo. Ogni sacramento ha in se parti verbali e non verbali, linguaggi, che se "non leggibili" all'assemblea celebrante immunizzano la Parola di Dio. Occorre educare all'ascolto, a partire dell'iniziazione cristiana, con una formazione che in se implica una conversione pastorale. Dare il gusto dell'ascolto, non è impossibile. L'omelia fa parte della celebrazione ne è elemento strutturale perché permette alla Parola di giungere alla comunità e alla comunità di aprirsi alla Parola. Qualche step di pastorale: iniziazione alla Parola, con la Parola, per aprirsi alla sacramentalità della Parola. Simbolo biblico e simbolo liturgico si danno forza l'un l'altro: la vita orante, celebrazione, diviene così un vivere alla luce della Parola. Senza cadere nel rubricismo, occorre riscoprire le forme, maturandone l'esperienza che aiuta la Parola ad entrare in noi, nella nostra esistenza.

Di seguito i punti della relazione, secondo lo schema distribuito ai convegnisti:

 

Colmegna: la cultura della carità

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Parola - carità è un binomio che va rimesso in circolo. È il Signore, con l'incarnazione, che ha immesso questa dinamica. Il rapporto tra Parola e carità non può prescindere dalla spiritualità: Marta e Maria – Chiesa della carità e Chiesa contemplante – sono due modelli di Chiesa che devono coesistere. La carità è stabilirci ai piedi della Croce, di Gesù, e cogliere quel donarsi per amore fino alla fine. La carità ci richiama il bisogno contemplativo e una tensione al "bene del mondo".

La Chiesa povera non è un messaggio demagogico, ma una condizione per accogliere il Vangelo, quel ‘non sono venuto per i sani, ma per i malati’.

La prassi di carità, gratuita, deve fare i conti con il mantenimento delle strutture, che implica aspetti economici e di gestione delle risorse umane.

Occorre una sapienza, una cultura della carità, che superi la sussidiarietà, perché la Parola sia veramente liberante, non solo prassi di un generico buonismo. Si tratta di sentire la carità come una vera e propria consacrazione allo stile di vita del Vangelo. La Parola contemplata implica il desiderio di tempo nuovo, una tensione al Regno di Dio, che mette in circolo parole e gesti che sono il vento contrario nel secolarismo.

La figura della locanda, in cui ci si prende cura l'altro, è immagine di una Chiesa che vuole far sorgere speranza, nell'attesa del ritorno glorioso di Cristo. Nei fatti d'amore, fino al dono della vita (martirio), s'irradia la Parola di Vita, che diviene parola degli uomini e vibra di atteggiamenti che rimandano alla Parola, ritornano alla Parola.

   

Chialà: quattro sfide per rimettere la parola di Dio nelle mani del cristiano

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Una vita di fede matura, dei cristiani tutti, non può prescindere dalla Parola di Dio: la scrittura non può restare confinata agli specialisti o a gruppi ristretti.

La vita primitiva della Chiesa, tra i suoi cardini pone, l'esperienza della Parola. E' la vita ordinaria a trarre beneficio dalla scrittura che, patristicamente, è definita farmaco di Dio: cambia, infatti, lo sguardo su ogni elemento che ci circonda ed offre opzioni di vita al cristiano e alla comunità credente. Si tratta di Parola che da vita, parola che costituisce. Ricordiamo che la scrittura non esaurisce la Parola di Dio, ma la contiene.

Concretamente, occorre mettere in agenda, lectio, oratio, meditatio e contemplatio. I momenti della lectio divina, implicano, rispettivamente, altrettante sfide:

  • dalla lectio, un rinnovato impegno a condurre i cristiani ad una conoscenza seria delle scritture, riqualificando biblicamente quello che già si fa (ad esempio: catechesi comunitarie ed omelie);
  • dalla meditatio, educare al confronto tra parola letta e fatti della vita;
  • dall'oratio, educare a pregare con la Parola (evangelizzare i momenti di preghiera che facciamo, fare della parola di Dio la sorgente della preghiera)
  • dalla contemplatio, esperire e trasmettere la scrittura come potenza comunicativa dell'esperienza del Signore.

   

La Cattedrale di Termoli

Il Borgo Antico di Termoli